Ciao Beatmaker!
In questo articolo scoprirai TUTTO sulla struttura e sull’arrangiamento dei tuoi Beat.
Alla fine dell’articolo non sarai solo in grado di creare una struttura, un ambiente al tuo Beat…
Ma ti sentirai anche molto più sicuro di te in fase di arrangiamento.
Insomma, saprai ESATTAMENTE dove mettere le mani!
Partiamo con la definizione di Arrangiamento Musicale, facendoci aiutare da Wikipedia…
Cos’è l’arrangiamento?

Leggi con attenzione perchè prima di tutto devi capire di cosa si tratta.
Da Wikipedia:
“Con arrangiamento, in musica, si indica il lavoro di organizzazione strumentale e strutturale di una data composizione (che può essere costituita da un semplice tema accompagnato da una sequenza di accordi, o da un brano già arrangiato), allo scopo che essa suoni secondo la forma musicale desiderata.
Il processo di arrangiamento parte, generalmente, dalla scelta del genere musicale in cui si vuole arrangiare il pezzo.
Il processo può includere, al suo interno:
- la riarmonizzazione, qualora la sequenza di accordi di partenza sia non corrispondente allo stile musicale di arrivo;
- lo sviluppo di una struttura complessa (intro e giri di intro, numero di chorus o strofe o ritornelli, giri di soli, sezioni strumentali, finali, ecc.);
- la scelta degli strumenti da utilizzare in base al genere del brano”
Ecco, se trasportiamo tutte queste belle parole al mondo del Beatmaking, capiamo che l’arrangiamento non è nient’altro che L’ORGANIZZAZIONE degli strumenti e della struttura della nostra composizione.
Quindi, ovviamente, l’arrangiamento è quella fase che viene subito dopo la composizione.
Componi le tue melodie…poi passi alla batteria (o viceversa).
E quando ti senti pronto e pensi di non dover aggiungere più nulla, passi alla fase di arrangiamento.
Solitamente si finisce la composizione con TUTTE le tracce in LOOP nei 4 quarti (o anche di più).
Ecco, il tuo obiettivo ora è quello di creare una struttura, DARE UN FORMA a tutte queste tracce.
Creando schemi come Intro, Strofe, Ritornelli…e anche modificando dove necessario i suoni e gli strumenti del Beat.
Questo significa che prima di creare una vera e propria struttura, dovresti dedicarti alla giusta scelta dei suoni.
Spesso questo viene fatto in Composizione, ma è un procedimento che sconsiglio SEMPRE! Perchè rischi di “uccidere” la tua creatività nel cercare i giusti suoni mentre stai componendo le melodie o la batteria.
Avrai capito quindi che l’arrangiamento prevede più passi, più step da seguire nel giusto ordine!
In totale sono 3 e li vediamo subito insieme…
1° STEP: LA SCELTA DEI SUONI

Ti ho spiegato poco fa l’importanza del MOMENTO in cui vengono scelti i suoni.
Appena inizi l’arrangiamento (dal mio punto di vista) devi concentrarti su questo primo Step.
Non ti conviene creare la struttura o i Layering e poi alla fine scegliere i giusti suoni.
I suoni vanno scelti APPENA si inizia ad arrangiare il Beat!
In base al genere musicale che vuoi ottenere, dovrai scegliere alcuni suoni rispetto ad altri, come è giusto che sia.
Non so se produci con i Samples o con i VST.
Diciamo che se usi sempre i Samples (suoni di altri in formato audio) rischi di non poter fare tutte queste modifiche che l’arrangiamento prevede.
Certo, potrai modificare il Pitch e funzioni simili…ma non potrai entrare all’interno del Sample e modificare manualmente le note a tuo piacimento!
Questo è uno dei grandi difetti dei Samples.
Se invece, come credo, hai composto le tue melodie con i VST (quindi con la produzione midi), allora sarà molto più facile per te accedere direttamente alle note sul Piano-Roll!
Oltre all’accesso diretto alle frasi melodiche, avrai anche la possibilità di cambiare CON 1 CLICK i suoni nel Vst.
Scegli i suoni adatti per le tue melodie…in questo momento NON HAI FRETTA.
Le idee le hai già buttate giù, quindi hai tutto il tempo che vuoi per focalizzarti su questo processo.
Consiglio?
NON ACCONTENTARTI MAI dei primi suoni che ti capitano sotto mano!
Fai una ricerca accurata e se trovi un suono che ti convince…invece di fermarti, SALVA la traccia, duplicala e su quest’ultima continua la tua ricerca.
Infine metti a confronto i due suoni e scegli quello che preferisci!
Quando l’hai trovato non devi fare altro che entrare nel VST e modificare i parametri a tuo piacimento.
Ovviamente ogni VST ha dei parametri specifici (attacco, release, decay, sustain, cutoff, filtri di vario genere…)
A questo punto, se vuoi fare alcune modifiche manuali al suono, ti conviene studiare le basi del Sound Design.
Non devi conoscere chissà che cosa, bastano LE BASI all’inizio…e poi potrai approfondire tutto in futuro.
2° STEP: LAYERING
A questo punto, e solo a questo punto, puoi creare i famosissimi Layering.
Ne parlo tanto in diversi articoli qua sul Blog, ma quello che ti basta sapere è che si tratta di una “duplicazione” per dare forza ad alcuni elementi nel progetto musicale.
Puoi creare quanti Layering vuoi (anche se il mio consiglio è quello di non superare i 3/4 strati per ogni elemento).
Quindi puoi agire sia sulle melodie che sulla batteria.
Sia sui Samples che sulle sequenze Midi.
Ecco a te alcuni allegati dei nostri corsi a pagamento:



Li chiamo “segreti” ma in pratica sono vere e proprie tecniche di produzione che permettono di dare forza alle melodie.
In questo step quello che devi fare, in parole povere, è capire se E’ IL CASO di aggiungere STRATI melodici all’interno dei Pattern.
Ad esempio: hai creato una melodia con un Vst di Pianoforte, ma ti sembra piuttosto “scarica”…
Non suona come vorresti.
Che ne dici di provare a DUPLICARE l’intera melodia all’ottava superiore e sommarla a quella precedente?
Oppure all’ottava inferiore?
In alcuni casi, questi pochi passaggi fanno una differenza assurda nella timbrica e nella sonorità del Beat!
(Prova a farlo e poi fammi sapere!)
Come hai visto negli allegati qui sopra però, non esiste solo il Layering sulle ottave…ma anche quello sulle Frequenze e quello sugli strumenti.
Questo significa che puoi duplicare una melodia nelle ottave molto acute (per agire su frequenze alte / altissime) o nelle ottave molto basse (per agire su frequenze basse / bassissime).
In questo modo crei uno spazio enorme tra le melodie.
Si sommeranno comunque, ma l’unica differenza è che ogni melodia “toccherà” range di frequenze completamente diversi!
Anche in questo caso può tornarti utile quando vuoi dare “aria” o “brillantezza” a una melodia (frequenze alte) oppure quando vuoi dare “presenza” (frequenze basse).
Il Layering sugli strumenti invece è molto molto semplice da comprendere…
Qui la duplicazione della melodia avviene su tracce differenti.
Prima rimanevano sulla stessa traccia e cambiavano le ottave o le frequenze.
Ora invece, cambiamo proprio la TRACCIA!
Esempio pratico: La tua melodia di piano non ti convince….la duplichi in una nuova traccia di violini che andranno a sommarsi al piano!
E ti rendi conto che la somma di questi due strumenti rende tutto più corposo!
ATTENZIONE: questo step dedicato ai Layering NON è obbligatorio e NON deve essere applicato su tutte le melodie.
Il rischio è quello di “saturare” il Pattern e creare UNA GRANDE CONFUSIONE all’interno del Beat.
Quindi: usa il Layering con cautela!
(Col tempo dovresti capire facilmente in quali casi va applicato e in quali no…)
3° STEP: LA STRUTTURA

Questo è l’ultimo passo ed è importantissimo.
L’arrangiamento include anche la creazione di una struttura.
Questi sono gli schemi principali nei Beat Pop, Rap, Trap, Hip-hop e simili….
- Intro
- Strofa
- Ritornello
- Bridge
- Outro
Non ci sono regole in questo caso. Nel senso che puoi decidere tu la lunghezza di tutti questi schemi.
In linea di massima ci sono delle tempistiche che possono tornare utili…
Ma prima di tutto è importante capire il significato di ognuno di questi schemi, per poterli poi gestire al meglio.
Qui ti rimando all’allegato del corso Beatmaker Lifestyle:

L’intro accompagna l’ascoltatore nella canzone vera e propria. A mio avviso è una delle parti più importanti di tutte, perchè se l’Intro non cattura l’attenzione, l’ascoltatore abbandonerà subito l’intero brano.
La strofa invece devi immaginarla come la “storia” del tuo Beat. Considerando che dovrai creare 2 o 3 strofe, la storia può cambiare e questo significa che le strofe possono essere anche diverse tra loro (te lo consiglio).
Il ritornello è la parte indimenticabile invece e qua puoi seguire 2 strade ben diverse:
- Inserire tutte le tracce
- Togliere quasi tutte le tracce
Nel primo caso ti basta aggiungere tutte le tracce melodiche e ritmiche (ed eventualmente aggiungere dei Layering specifici solo per i ritornelli).
Così facendo otterrai un ritornello molto corposo!
Nel secondo caso invece (come puoi sentire in tanti brani) ti basta togliere tutte le tracce melodiche e lasciare solo la batteria (o viceversa).
Questa seconda strada si prende quando si vuole dare spazio alla voce del cantante, piuttosto che agli strumenti della base musicale.
Il Bridge, a differenza di tutti gli altri schemi, crea una sorta di “cambiamento totale” del Beat. Spesso puoi sentire nei brani famosi dei Bridge che cambiano di tonalità (tipo +1 tono) per poi tornare alla tonalità originale con l’ultimo ritornello.
Diciamo che il Bridge spezza la monotonia dell’intero Beat!
L’outro è una delle mie parti preferite: è la parte conclusiva del brano e può essere NETTA oppure LENTA…
Se crei un’outro lenta una tecnica che ti può interessare è quella dell’automazione di volume: in pratica vai ad abbassare lentamente il volume fino alla fine del Beat e rendi il processo completamente automatico grazie al potere del “Read” e del “Write” della tua DAW.
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Grazie mille per avermi seguito fino a qui e…alla prossima!
Stay Creative
-Andrea