Spesso quando si parla di stretchare l’audio su FL Studio c’è un po’ di confusione, soprattutto in Italia ci sono poche informazioni su questo argomento…
Tanti ragazzi hanno difficoltà a stretchare l’audio in modo corretto e quindi voglio scrivere un intero articolo proprio su come stretchare l’audio correttamente su FL Studio.
Vediamo insieme tutte le funzioni che ci permettono di risolvere velocemente questi problemi!
Ecco il video completo che trovi sul nostro canale Youtube:
Loops interni ed esterni alla DAW
Iniziamo con l’importare dei Loops di FL Studio, perché c’è differenza tra importare all’interno della playlist un Loop di FL Studio oppure un Loop esterno (ad esempio preso delle tue librerie).
Nel primo caso il Loop si adatterà in automatico ai BPM del progetto. Se io cambio questi BPM, in automatico il Loop si adatterà ai nuovi BPM.
Questo accade appunto perché il Loop è stato preso all’interno della DAW.
Quando noi invece abbiamo dei Loops esterni (ad esempio un Loop melodico scaricato online e inserito nella nostra libreria) questi non si sistemeranno MAI in automatico, come accadeva prima.
Se voglio stretcharlo devo prima di tutto andare sulla Playlist, in questa funzione in alto a sinistra e cliccare su “Stretch” (vedi immagine).
In questo modo attivo lo Stretch e posso poi muovere il Loop per adattarlo, in questo caso alle Drums, ma in generale ai BPM del progetto.
Per stretchare l’audio, quindi per adattarlo ai BPM, premo su ALT e trascino la parte finale del Loop e in questo modo mi adatterò il più possibile a quello che è il mio Pattern, per avvicinarmi ancora di più ai tempi della griglia sottostante.
Poi faccio lo zoom per essere ancora più preciso e impostarlo perfettamente a tempo (vedi immagine).
Gestione del Pitch (tonalità)
Ok, ora abbiamo notato che l’audio è stretchato correttamente quindi il tempo è ok, ma il pitch è modificato.
Mettendolo a tempo si è alzato di tonalità!
Quindi per impostare la tonalità iniziale, dobbiamo fare doppio clic sul file audio, andare nella sezione “Time stretching” e sulla finestra di fianco a “Mode”, in modo da settare la modalità Stretch.
Cliccando su “Stretch” tutte le modifiche che faremo non andranno ad influire sul pitch, cioè sulla tonalità (vedi immagine sotto).
Quindi la modalità corretta che ti consiglio di tenere quando devi stretchare l’audio è “Stretch”.
Ora se proviamo a cambiare i BPM del progetto, il programma in automatico ci chiede se vogliamo stretchare tutti i canali. E se clicchiamo su “SI” non cambierà mai più il pitch dei nostri canali.
Ogni Loop esistente si adatterà ai nuovi BPM che abbiamo impostato!
Detect Tempo e Fit To Tempo
Altre funzioni che creano parecchia confusione (e che in pochi spiegano) sono quelle che riguardano il “Detect Tempo” e il “Fit To Tempo”.
Se clicchi sull’iconcina a sinistra su un file audio, premendo col tasto destro, troverai appunto queste due funzioni (vedi immagine).
Consiglio di usare il “Detect Tempo” per trovare i BPM di un file audio, perché ci sono dei file audio che non hanno (nel titolo o nella descrizione) segnato il bpm iniziale.
Ti consiglio di cliccare sul range “da 75 a 150“ perché solitamente i Loops si trovano in questo range.
Ora tieni a mente il numero che ti compare. In pratica questo numero identifica il BPM originale del file audio in questione.
Poi vai sull’iconcina “Fit To Tempo” e clicca su “Type in BPM”.
Attenzione: qui non devi inserire i BPM del progetto ma i BPM che hai trovato poco fa (cioè quelli originali del file audio).
Ed ecco che ora è sistemato perfettamente con la griglia!
Questo procedimento ti consiglio di farlo soprattutto se vuoi evitare tutto il processo che abbiamo visto all’inizio, quindi tutto quel processo dove ci muovevamo manualmente e sistemavamo tutto a mano.
Ovviamente anche qui però devi andare su modalità “Stretch” per risistemare la tonalità originale del Sample.
Su questi argomenti ci sarebbe molto altro da dire e da insegnare.
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Grazie mille per essere stato qui con me e ci sentiamo presto. Ciao!
Stay Creative
-Andrea
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